Drammaturgia di Ferruccio Merisi
Regia di Roberto Pagura
Con Claudio Mariotti, Roberto Pagura, Giovanni Fabro
Musiche eseguite da Gabriele Martin all’organo
Mosaico Testina ideale copia tratta dai mosaici di Aquileia (particolare)
II sec a.C. realizzato dalla Scuola Mosaicisti del Friuli
TEATRO DI FIGURA
DATE
SABATO 19 SETTEMBRE 2020 ore 20.30
ZOPPOLA piazza Vittorio Emanuele, 1 di fronte alla Chiesa di San Martino Vescovo
(l’evento si terrà nel piazzale della Chiesa, anziché all’interno, in caso di pioggia nel Teatro comunale di Zoppola)
DOMENICA 20 SETTEMBRE 2020 ore 18.00
VALVASONE ARZENE Duomo di Valvasone
via Martiri della Libertà, 80
SABATO 26 SETTEMBRE 2020 ore 17.30
SPILIMBERGO Cortile di Palazzo di Sopra
piazzetta Giambattista Tiepolo, 1
(in caso di pioggia Teatro Miotto)
Prima dello spettacolo, dalle ore 15.00 alle ore 16.30, per chi lo desidera c’è la possibilità di partecipare alla VISITA GUIDATA ALLA SCUOLA MOSAICISTI DEL FRIULI con particolare riferimento ai mosaici della Basilica di Aquileia e della Basilica di San Marco a Venezia, a cura del Dott. Gian Piero Brovedani, Direttore della Scuola.
La visita è gratuita su prenotazione obbligatoria per massimo 25 partecipanti.
DOMENICA 27 SETTEMBRE 2020 ore 17.00
CORDOVADO Duomo Antico di Sant’Andrea
piazza Duomo
GIOVEDI’ 1 OTTOBRE 2020 ore 20.45
SAN DANIELE DEL FRIULI Chiesa di Sant’Antonio Abate
via G. Garibaldi, 28
DOMENICA 4 OTTOBRE 2020 ore 17.00
RAGOGNA Castello di San Pietro di Ragogna
via Castello, 1
Antonio Panciera fu senza dubbio una figura complessa e molto attiva. Potremmo definirlo con un paradosso: “un mite combattivo”. Questa pièce contempla i momenti più significativi della sua parabola di successo, che si concluse, dopo la fine della sua esperienza di patriarca, con un grande lavorio come cardinale per la ricucitura del famoso e annoso scisma papale. Come se Antonio Panciera, il Patriarca destituito, al di là dell’amarezza per la sua vicenda personale, coltivasse alla fine una forte fede nell’esercizio del dialogo, della diplomazia, dei valori umani e della ragione.
Il titolo “Il lume nella tempesta”, nella pièce, è pronunciato dallo stesso protagonista, quando sente vicino, parlando con il giovane Guarnerio di Zoppola (o d’Artegna), il momento di un testamento spirituale.
Le sei scene di cui la pièce si compone sono frutto di fantasia. Si è voluto rivestire di carne e di sentimento le tracce e i graffiti storici che ci sono pervenuti, raccolti e analizzati con estrema precisione da Matteo Candido in due diverse edizioni (1999 e 2014) della biografia del nostro. Data la vivida pregnanza di questi graffiti, e degli argomenti di cui si compongono, la cosiddetta fantasia diventa in realtà un tentativo di interpretazione, con lo scopo di illustrare, dal punto di vista umano, e anche al pubblico dei non addetti ai lavori, il senso di una vicenda esemplare e avventurosa. In essa, così come l’ha ricostruita Matteo Candido, si incrociano e si mescolano, spesso drammaticamente, alcuni grandi temi storici sotto una luce che ha molto significato anche ai nostri giorni: la Patria, la famiglia, i conflitti e le guerre, le dichiarazioni ed i silenzi, il coraggio e l’omertà, la realtà economica e quella della fede, la complessità della Storia e l’ardimento di quelli che provano a non subirla.
Antonio Panciera fu forse un funzionario di carriera, ben formato nei meandri della Curia romana, e prima accuratamente ben reclutato sul campo tra le contraddizioni della civiltà di provincia friulana e papalina. Ma fu anche, oggettivamente, un uomo straordinario, di intelligenza, di cultura, di pazienza e di coraggio, oltre che di carità cristiana. Di lui resta l’ultimo sussulto di dignità indipendente della Patria del Friuli nel suo insieme, prima della assimilazione ai feudi tedeschi e della conseguente reazione veneziana, che portò alla occupazione e alla fine del potere temporale dei patriarchi.
E resta anche lo sforzo di un uomo solo, che volle agire onestamente e con impegno tra le opportunità che le strutture del potere gli permettevano…
Scampò al martirio (ovvero alla morte violenta riservata ai patriarchi scomodi) più per caso che per prudenza, e si impegnò al massimo a trasmettere ai posteri le sue buone intenzioni, raccogliendo in un codice le numerose lettere che le avevano testimoniate.
Questa pièce vuole essere un omaggio a quell’impegno.
Associazione Culturale
Molino Rosenkranz
Via Ovoledo, 7
33080 Castions di Zoppola (PN)
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